AI Mode arriva in Italia: una nuova era per la ricerca Google

Google ha annunciato l’arrivo ufficiale di AI Mode anche in Italia, insieme a 36 nuove lingue e quasi 50 Paesi, portando così l’esperienza a oltre 200 territori nel mondo (fonte ufficiale).
Disponibile come scheda nella pagina dei risultati e nell’app Google per Android e iOS, AI Mode rappresenta la forma più avanzata di ricerca alimentata dall’intelligenza artificiale.

Basata su una versione personalizzata dei modelli Gemini per la Ricerca, AI Mode permette di porre domande complesse e articolate — anche tramite voce o immagini — e ricevere risposte ragionate, complete di link e approfondimenti.
È particolarmente utile per attività esplorative, come pianificare un viaggio, confrontare prodotti o comprendere argomenti tecnici.

Il suo rilascio in Italia segna un punto di svolta per chi si occupa di SEO, comunicazione e marketing locale: AI Mode non solo cambia il modo in cui gli utenti cercano, ma ridefinisce l’interazione stessa con la conoscenza.
Non è solo un aggiornamento tecnologico, ma un segnale di come Google stia evolvendo la propria idea di ricerca: più conversazionale, multimodale e orientata alla scoperta.
A spiegare questa visione è Robby Stein, VP of Product di Google Search, che descrive l’AI non come una minaccia alla ricerca, ma come il suo naturale ampliamento.

La lezione di Robby Stein (Google): come l’AI sta ridefinendo la ricerca, non sostituendola

“Non stiamo assistendo alla morte della ricerca, ma a un’espansione del suo potenziale.”
È questa la lezione più significativa che emerge dall’intervista a Robby Stein, VP of Product di Google Search e responsabile dello sviluppo di AI Mode e AI Overviews.
In un momento in cui molti osservatori descrivono la SEO come un modello superato, Stein ribalta la prospettiva: l’intelligenza artificiale non riduce la curiosità umana, la amplifica.

L’AI non sostituisce la ricerca: la espande

Negli ultimi mesi, il dibattito attorno al futuro della ricerca si è concentrato sul confronto tra i motori di ricerca tradizionali e i nuovi chatbot basati su AI.
Stein invita a superare questa contrapposizione: le persone non smettono di cercare, ma cercano di più e in modi diversi.

Google gestisce oggi miliardi di query al giorno, che vanno dalle informazioni pratiche (“numero di telefono”, “orari”, “prezzi”) alle domande più complesse, dove il contesto e l’intento contano più delle parole (“ristoranti pet friendly con terrazza a Milano aperti fino a tardi”).
L’intelligenza artificiale permette di rispondere a questa nuova generazione di ricerche: espansive, multimodali e conversazionali.

La crescita del 70% anno su anno delle ricerche visive con Google Lens dimostra che gli utenti vogliono interagire con la conoscenza anche visivamente, non solo attraverso il testo.
In questo scenario, l’AI diventa il ponte che connette curiosità e scoperta, inaugurando una nuova fase della ricerca digitale.

AI Mode: la nuova frontiera dell’esperienza di ricerca

AI Mode nasce proprio per rispondere a questa evoluzione del comportamento degli utenti.
È un’esperienza di ricerca interattiva e multimodale, progettata per comprendere domande complesse e fornire risposte sintetiche ma approfondite, accompagnate da link e approfondimenti utili.

Non è un chatbot, ma una versione più intelligente e umana della Ricerca.
Grazie all’integrazione dei modelli Gemini e al collegamento diretto con il grafo di conoscenza di Google, AI Mode elabora simultaneamente le informazioni provenienti da milioni di fonti, combinando AI Overviews, multimodalità e dati in tempo reale su luoghi, prodotti e contenuti.

Il risultato è un’esperienza fluida, in cui la distinzione tra “fare una ricerca” e “porre una domanda” si dissolve: la Ricerca diventa una conversazione continua, capace di adattarsi all’intento dell’utente e approfondire progressivamente ogni tema.

Dalla SEO all’AEO: la nuova grammatica della visibilità

L’introduzione dell’AI nella ricerca non rappresenta una minaccia per la SEO, ma un cambio di paradigma.
Quando AI Mode genera una risposta, non si limita a un elenco di link: verifica e confronta più fonti per costruire un contenuto fondato e coerente.

Per i brand, questo significa che la visibilità non dipende più solo da keyword e backlink, ma da elementi più profondi:

  • la qualità del contenuto,
  • la struttura dei dati,
  • l’aggiornamento costante e la credibilità della fonte.

Nasce così l’AEO (Answer Engine Optimization) — un’evoluzione della SEO che mira a ottimizzare le informazioni perché possano essere lette, comprese e citate dalle AI.

Le AI di Google non operano nel vuoto: continuano a basarsi sui sistemi di ranking e qualità della Ricerca, che filtrano spam, fake news e bassa affidabilità.
Quando la confidenza di un risultato non è sufficiente, AI Mode mostra i risultati web tradizionali, mantenendo così un equilibrio tra innovazione e responsabilità.

Un modello verificabile, trasparente e “grounded”

La differenza sostanziale rispetto ai chatbot generalisti è proprio qui: AI Mode è costruita per essere verificabile e basata su fonti reali.
Ogni sintesi AI include collegamenti diretti alle fonti e ai contenuti citati, offrendo trasparenza e possibilità di approfondimento.
Questa impostazione etica — “grounded in sources”, come la definisce Stein — è alla base della fiducia che Google intende preservare nel passaggio all’AI Search.

Il principio è semplice ma cruciale: non basta rispondere, bisogna farlo in modo affidabile.
Ed è proprio questa attenzione alla qualità che mantiene la coerenza con la missione originaria di Google — organizzare le informazioni del mondo e renderle universalmente accessibili.

AI Mode e la competizione con ChatGPT, Claude e Perplexity

A differenza dei modelli indipendenti, che puntano su creatività o produttività, AI Mode è progettata per la ricerca informativa e decisionale.
Integra dati aggiornati in tempo reale, elementi visivi, mappe, recensioni e prodotti, creando un contesto più ricco e pratico per l’utente finale.
Non è un’alternativa a ChatGPT o Claude: è la naturale evoluzione della Ricerca Google nel suo passaggio da motore di risposta a motore di ragionamento.

Anche per questo, Google sottolinea che l’obiettivo non è ridurre la navigazione verso i siti web, ma migliorarne la qualità.
I dati interni mostrano che i clic provenienti da AI Overview portano utenti più coinvolti e tempi di permanenza più alti sulle pagine visitate.
La AI Search, quindi, non isola i contenuti ma li restituisce in forma più contestualizzata e qualificata, aprendo nuove opportunità per editori, brand e aziende locali.

Il futuro della ricerca: multimodale, conversazionale e visiva

Guardando al futuro, Stein descrive un ecosistema di ricerca sempre più multimodale e ispirazionale, dove testo, voce e immagine convivono in un’unica esperienza.
L’utente potrà chiedere, ad esempio, “mostrami idee per un ufficio in stile scandinavo con luce naturale e tonalità neutre”, e ricevere una tavola visiva dinamica e modificabile.
La ricerca diventa così collaborativa e creativa, un processo di co-costruzione tra utente e AI.

È una trasformazione profonda: dalla ricerca di informazioni alla ricerca come scoperta.
E in questo nuovo equilibrio, Google riafferma il suo ruolo come motore che non sostituisce la conoscenza umana, ma la amplifica, aiutando le persone a esplorare più a fondo e in modo più intuitivo.

Cosa possiamo imparare da tutto questo

Per chi lavora nella SEO, nel marketing locale o nella gestione di brand multisede, questa evoluzione impone un cambio di mentalità.
Google non è più solo una piattaforma da ottimizzare: è un ecosistema cognitivo che connette dati, esperienze e contenuti.

La coerenza tra sito web, schede locali, recensioni e informazioni strutturate diventa il fattore competitivo chiave.
Essere visibili non basta: serve essere riconosciuti come affidabili e utili, anche agli occhi di un modello di AI che impara a comprendere e selezionare fonti di valore.

Come sottolinea Stein, l’AI non riduce la curiosità umana, ma la moltiplica.
E per i brand, questa è la vera sfida: non limitarsi a farsi trovare, ma farsi capire.
In un contesto in cui la ricerca evolve di giorno in giorno, restare aggiornati e adattare le proprie strategie è fondamentale.

Calton aiuta i brand a restare al passo con questi cambiamenti, integrando gestione delle recensioni, schede locali e analisi dei competitor in un’unica piattaforma.
Contattaci, perché nell’era dell’AI Search, non basta esserci: bisogna esserci nel modo giusto.